Giovedì 28 ottobre 2021, ore 14:00-18:00, avviene la presentazione della mostra personale dell’artista fotografo Roberto Rocco presso l’Ex Chiesa di San Carpoforo dell’Accademia di Belle Arti di Brera, in via Marco Formentini n. 14 a Milano, curata artisticamente dal critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico.
La prestigiosa esposizione è svolta nell’ambito dell’iniziativa didattica MUSICA E FOTOGRAFIA del Master SOUNDART dell’ARD&NT Institute (Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) e del Corso di Storia della Musica e del Teatro Musicale del prof. Roberto Favaro, con il coinvolgimento dei relativi studenti che realizzano un’installazione sonora ispirata alle opere dell’artista.
Patrocinata dall’ARD&NT Institute e da Ethicando Association di Milano, con la collaborazione mediatica di Crea Italia Connections e di Betting On Italy, la mostra consta di 40 opere fotografiche di cui 16 esposte fisicamente e le restanti proiettate.
Roberto Rocco è il fotografo romano, che dopo un primo approccio cinematografico con il film “La bisbetica domata” (“The Taming of the Shrew”) (1967), con Richard Burton ed Elizabeth Taylor, in cui assiste Franco Zeffirelli nel filmmaking, cui seguono altre esperienze anche televisive, si dedica negli USA e in Italia alla fotografia collaborando con le più importanti testate americane, da Harper's BAZAAR a Vogue, fotografando star del cinema e dello spettacolo del calibro di Monica Bellucci, Julia Roberts, Cameron Diaz, Mickey Rourke, Jeff Colburn, Quincy Jones, Robert de Niro, Harvey Keitel, Madonna, Claudia Cardinale e tanti altri.
Nel 2020, agli albori della grande pandemia, si dedica a una nuova produzione fotografica, SACRO PROFANO, realizzando 40 immagini che indagano la spiritualità dell’animo umano nell’era contemporanea.
«Rocco si confronta con le iconografie bibliche – commenta il curatore Marco Eugenio Di Giandomenico - proponendone una rivisitazione in chiave contemporanea, laddove persone comuni e personaggi più o meno famosi del mondo dello spettacolo e del cinema diventano interpreti di immagini che da più di duemila anni fanno parte dell’immaginario collettivo. Un’attenta ricostruzione di ambienti, costumi e movenze rendono ogni “fotografia” una sorta di trasposizione visiva di tableau vivant a mo’ di scenografie teatrali, dove l’apparente dissacrazione dell’originale impianto teleologico iconografico naufraga in un nuovo percorso narrativo, in cui i temi sacri risultano per così dire “mondanizzati”, sancendone tuttavia una naturale distanza che vanifica qualunque forma di contaminazione, e immergendo l’osservatore in un’esperienza estetica ed emozionale senza precedenti nel panorama dell’arte contemporanea.
Nelle immagini di Rocco la fotografia dialoga con la pittura, la scultura, la scrittura, il cinema, il teatro, il design, la musica, e gli antichi simulacri biblici trovano una nuova esistenza contemporanea che non contraddice l’originale leitmotiv sacro, bensì lo vivifica a contrariis. Tale nuova esistenza si esprime, infatti, attraverso un “profano” che sottolinea l’assenza del “sacro”, ma che in realtà lo richiama, innescando quell’antinomia spirituale su cui si fonda l’intero impianto religioso cristiano, in quanto vivere l’assenza della Luce, vivere il peccato, è l’esperienza maestra per rinnegarlo, per aderire incondizionatamente al Trascendente, che si rivela come Verità proprio grazie all’errore della sua negazione in cui cade l’essere umano da Adamo ed Eva in poi».